Quella delle conseguenze delle rate mutuo non pagate è una preoccupazione costante nella mente di tutti quei debitori che non riescono a rispettare il piano dei pagamenti concordato con il proprio istituto di credito.
Ma che cosa succede alle rate del mutuo che non vengono pagate? Cosa si rischia? E cosa rischia il garante?
Cerchiamo di scoprirlo insieme, con un approfondimento completo su questo tema!
Cosa succede quando non si pagano le rate
Iniziamo con il chiarire che cosa si intende con mancato pagamento delle rate e rassicuriamo tutti coloro i quali temono di andare incontro a gravi conseguenze per aver tardato il pagamento delle scadenze di pochi giorni.
In realtà, l’unica conseguenza a cui si va incontro pagando delle rate in lieve ritardo (di solito, entro 30 giorni dalla scadenza e, dunque, prima che sia emessa la rata successiva) è l’addebito di interessi di mora, proporzionati al ritardo accumulato. Peraltro, in alcuni contratti gli interessi di mora non sono applicati subito dopo la scadenza, ma solo una volta che è decorso più tempo.
Insomma, non si tratta di una deriva così grave come quelle a cui andresti incontro saltando il pagamento delle rate per diversi mesi. Tuttavia, si tratta di una situazione che dovresti comunque cercare di evitare, visto e considerato che il pagamento in ritardo delle rate, anche se limitato, lancia segnali non particolarmente incoraggianti alla banca.
Rate mutuo non pagate: segnalazione in Centrale Rischi
Fin qui, le conseguenze meno nefaste del ritardo nel pagamento delle rate del mutuo. Man mano che si accumulano ritardi, però, le cose si fanno più serie.
In particolar modo, si tenga conto che quando viene riscontrato un mancato pagamento per 2 mesi consecutivi (o per 2 rate consecutive), il nominativo del debitore viene segnalato nella Centrale Rischi. Anche gli ulteriori ritardi nei pagamenti successivi al primo saranno segnalati con l’invio degli aggiornamenti mensili inviati dalla banca alla SIC, aggravando così la carta di identità creditizia del soggetto.
Insomma, in caso di ritardi nel pagamento delle rate, si corre il rischio di vedere il proprio nominativo segnalato come cattivo pagatore. Purtroppo, non tutti sanno che anche con la regolarizzazione del proprio ritardo, il nominativo continua ad essere segnalato per un po’ in Centrale Rischi!
In particolare:
- per ritardi relativi a 2 mesi, i dati in CR rimangono per 12 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione;
- per ritardi relativi a 3 o più mesi, i dati in CR rimangono per 24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione;
- per morosità molto gravi o mutui non rimborsati, i dati in CR rimangono per 36 mesi dalla data di estinzione prevista o dalla data in cui la banca ha comunicato l’ultimo aggiornamento.
Bene dunque evitare di essere interessati da tale evoluzione, intervenendo invece in anticipo nel fronteggiare eventuali tensioni finanziarie.
Quando vanno in prescrizione le rate mutuo non pagate
Il mutuo non pagato può cadere in prescrizione, anche se in verità tale scenario si concretizza molto raramente.
Difficilmente, infatti, il creditore rimarrà senza agire nei confronti del debitore moroso, e difficilmente – in ogni caso – lascerà passare l’arco di tempo che deve trascorrere affinché la pretesa sul credito decada: 10 anni.
È inoltre sufficiente che all’interno di questi 10 anni il creditore invii una comunicazione formale per interrompere i termini di prescrizione, e riavvolgere il nastro temporale!
Rate mutuo non pagate: cosa rischia il garante?
Se il mutuo è accompagnato dalla fideiussione di un garante, ovvero dell’impegno di un soggetto (ad esempio, un genitore), a intervenire nel pagamento delle rate nel caso in cui il debitore principale abbia delle difficoltà nella restituzione del debito, allora lo stesso garante potrà essere chiamato attivamente in causa dalla banca nell’ipotesi di rate mutuo non pagate.
Se pertanto il debitore non provvede a pagare puntualmente le rate, la banca può rivolgersi direttamente al garante per poter pretendere l’importo scaduto e non pagato. Il garante, a sua volta, potrà rifarsi sul debitore principale, ma non potrà chiedere alla banca di agire preventivamente sul debitore prima di interessarlo (salvo il caso in cui all’interno del contratto siano previste le clausole del beneficio della preventiva escussione).
Il ruolo del garante è dunque particolarmente decisivo nell’ipotesi in cui ci siano dei problemi, tanto che anche la sua figura viene iscritta in Centrale Rischi nel caso in cui diventi fideiussore di un finanziamento in arretrato.
Cosa fare in caso di rate mutuo non pagate
Se il debitore ha qualche difficoltà nel pagamento delle rate del proprio mutuo, la cosa migliore da fare sarebbe quella di intervenire con il proprio istituto di credito prima che gli arretrati si facciano sempre più importanti.
In questo modo sarà possibile individuare una soluzione bonaria e più conveniente, evitando l’ingenerarsi di costi e altre conseguenze nocive per il corretto rapporto con il creditore.
In ogni caso, rimane pur sempre attivabile una buona gamma di misure di “sollievo” alle criticità finanziarie del debitore.
Ciclicamente, ad esempio, sono attivate dalle ipotesi di moratoria delle rate del mutuo, con sospensione dei pagamenti e accodamento delle rate del mutuo alla fine del periodo di ammortamento originario.
Se invece la situazione è ancora più grave, si può ricorrere ad alcune iniziative che sono state predisposte dal legislatore per cercare di supportare il debitore nel tentativo di ritrovare un miglior equilibrio, come la legge n. 3/2012 sul sovraindebitamento, che permette al soggetto interessato di poter presentare, con la supervisione di un organismo di composizione della crisi, un piano di pagamenti compatibile con le proprie disponibilità effettive.
Nel caso in cui il piano sia omologato dal tribunale, il debitore potrà dunque ripagare i propri debiti, anche in arretrato, secondo le modalità e i termini che ha proposto, ottenendo altresì l’esdebitazione alla fine del piano.