La cessione del quinto è la forma creditizia attualmente più gettonata dagli italiani. Ad accrescerne il gradimento da parte dei consumatori è proprio la facilità con cui esso può essere ottenuto dalle finanziarie che lo offrono. In questo articolo scopriamo cosa devi sapere se vuoi rifinanziare la tua cessione del quinto.
Perché è così facile ottenere la cessione del quinto di stipendio o di pensione? Il motivo risiede proprio nella sua particolare formula, che prevede la trattenuta automatica alla fonte della rata mensile, mettendo quindi al riparo l’ente erogatore dalla possibilità che il cliente non paghi quanto stabilito a livello contrattuale.
Una facilità che si è tradotta in un vero e proprio boom nel corso degli ultimi anni, testimoniato proprio dai numeri. Se nel corso del 2018 questi finanziamenti sono cresciuti al ritmo del +11,5%, nel primo trimestre del 2019 il trend è stato ancora più forte, con una ulteriore crescita che si attesta tra il 15 e il 20%. Oltre 500mila le richieste, per un corrispettivo di 7 miliardi di euro. Andiamo quindi a vedere più nel dettaglio di cosa si tratti.
Cessione del quinto: cosa è
La cessione del quinto di stipendio o di pensione è un prestito a tasso fisso che può essere richiesto da tutti i lavoratori che abbiano una busta paga, pubblici o privati, e dai pensionati INPS e INPDAP. Per richiederlo non serve presentare garanzie immobiliari o patrimoniali, in quanto la vera garanzia è rappresentata dalla stessa busta paga o dall’assegno pensionistico e dal TFR maturato dal richiedente. Proprio essi andranno in pratica a fare da base al piano di ammortamento, il quale vedrà una rata mensile quantificata al massimo proprio in un quinto dell’emolumento netto.
Va anche sottolineato come al fine di tutelare il lavoratore e la sua famiglia è previsto l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione, per i casi di decesso o perdita del lavoro, tale da garantire la copertura dell’importo ancora dovuto ove eventi di questo genere diventino reali.
I punti critici della cessione del quinto
Quando si parla di cessione del quinto, però, occorre anche essere consapevoli dei punti critici che esso presenta. A partire da tassi di interesse che stanno crescendo in maniera preoccupante. Basti pensare al riguardo come nel marzo di quest’anno il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) abbia provveduto come sempre a rilasciare i tassi effettivi globali medi (TEGM) applicabili dall’1 aprile al 30 giugno, i quali sono andati ad attestarsi all’11,59% per gli importi sino a 15mila euro, e all’8,24% ove tale soglia venga superata. Tassi che peraltro sono destinati ad elevarsi in corrispondenza con il crescere dell’età dell’utente, come accade ad esempio se a richiedere oltre 15mila euro sia una persona che ha tra i 75 e i 79 anni, cui può essere applicato un massimo del 10%.
Le critiche di Banca d’Italia
A rendere ancora più critico il quadro relativo alla cessione del quinto, va poi messo in rilievo come gli operatori del settore diano spesso luogo a comportamenti non proprio trasparenti, tanto da aver spinto la Banca d’Italia a chiedere loro di informare in maniera dettagliata la clientela sul peso che si va ad assumere sottoscrivendo un contratto di questo genere.
Le spese ad esso collegate, infatti, non riguardano solo il varo della pratica, l’erogazione del denaro e i costi assicurativi, ma anche altre operazioni molto importanti, come ad esempio quelle che occorre affrontare se si vuole rinegoziare la cessione del quinto oppure dare luogo ad una sua estinzione anticipata. Costi che possono fare innalzare il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) a livelli molto elevati erodendo la convenienza del prestito.
Il rinnovo della cessione del quinto
Rinnovo cessione del quinto: dopo quanti anni è possibile richiederla? La risposta deve essere necessariamente articolata. Nel caso in cui dall’inizio del piano di rientro siano trascorsi almeno 2/5 del periodo previsto a livello contrattuale, è possibile richiedere il rinnovo della cessione del quinto, con l’eccezione stabilita nel caso in cui la durata del finanziamento sia inferiore a 5 anni, rendendo possibile anticipare il rinnovo.
In tal caso il nuovo prestito non potrà però avere una durata inferiore ai 10 anni, mentre ove la durata superi i 60 mesi, non sarà possibile procedere in tal senso prima dei quattro anni. Queste disposizioni sono sancite proprio dalla Legge 180 del 1950 emanata per regolare l’istituto, in particolare all’articolo 39.
Se questa è la realtà legislativa, va però considerato con attenzione il dato relativo all’effettiva convenienza del rinnovo della cessione del quinto. Una eventualità di questo genere, infatti, porta ad un conteggio estintivo teso a stabilire quanto l’utente debba ricevere sotto forma di rimborso dall’ente erogante per la cessione che si intende estinguere. Un conteggio dal quale però vengono ad essere esclusi gran parte dei costi legati al finanziamento.
In pratica la consuetudine consiste nel recupero limitato alla parte di interessi non goduta, mentre i restanti costi rimangono a carico del cliente, ad eccezione del premio assicurativo non goduto, del quale può essere chiesto il rimborso.
Si ricorda che nel caso in cui la finanziaria interessata non consegni il conteggio per l’estinzione anticipata del debito prima della firma del nuovo contratto, esso deve essere espressamente richiesto dal cliente, in modo da poter controllare le voci di costo che la controparte va effettivamente a rimborsare e capire se ne siano state escluse alcune.
A cosa occorre fare attenzione
Come già ricordato, la Banca d’Italia ha provveduto anche di recente a stigmatizzare i comportamenti delle piattaforme che erogano la cessione del quinto di stipendio o di pensione. Comportamenti poco limpidi e che in definitiva vanno a danneggiare proprio gli utenti, portando ad una vera e propria esplosione dei costi.
Tra questi comportamenti opachi va sottolineato in particolare quello che vede le finanziarie andare a rinegoziare in ante termine con offerta di acconto. Si tratta di un comportamento sempre più diffuso e illegale, che vede protagoniste aziende le quali provvedono a contattare il cliente in anticipo rispetto all’apertura delle finestre indicate dalla legge per l’estinzione anticipata.
Le aziende lo fanno prospettando i vantaggi che una tale evoluzione può comportare, ma facendo in modo di rivoltare la frittata a proprio esclusivo vantaggio, presentando conteggi lacunosi e condotti ad arte per evitare una parte dei rimborsi dovuti prima di firmare il nuovo contratto.
Va anche sottolineato come nel caso il cliente accetti un acconto sul secondo prestito, apponendo la firma sul contratto, viene a perdere la possibilità di dare vita ad una panoramica del mercato per cercare di reperire proposte più convenienti, da parte di altre società operanti nel settore.
Proprio per questo motivo sarebbe meglio attendere di aver ottemperato al pagamento delle rate necessarie per maturare il diritto al rinnovo della cessione del quinto e soltanto in seguito valutare le proposte ricevute. Sono infatti in ballo migliaia di euro in più o in meno, dalle quali dipenderà alla fine la reale convenienza del finanziamento scelto.