La cessione del quinto è una forma di prestito personale rivolta a dipendenti pubblici, statali e privati, nonché a pensionati e lavoratori autonomi (ditte individuali). Con questa modalità di finanziamento, la rata di rimborso viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione del richiedente, fino al raggiungimento del quinto dell’importo erogato. Questo meccanismo garantisce una maggiore sicurezza per la banca o la finanziaria che eroga il prestito, poiché la rata è garantita dalla fonte di reddito del richiedente.
Molti lavoratori si domandano se sia possibile accedere a forme di cessione del quinto per dipendenti ditte individuali o se, invece, la cessione del quinto sia riconducibile esclusivamente ai dipendenti pubblici e a quelli di grandi aziende private.
Ebbene, la risposta è positiva: tra le forme di prestiti a dipendenti ditte individuali e di piccole aziende c’è anche la cessione del quinto. Tuttavia, è anche bene rammentare come la cessione del quinto per dipendenti piccole aziende segua delle regole parzialmente diverse rispetto a quelle che sono attribuite alle equivalenti forme di finanziamento per dipendenti di enti pubblici o grandi aziende private.
Cosa serve per garantire la rata?
Per garantire la rata di un prestito con cessione del quinto, sono richiesti i seguenti documenti:
- Documento d’identità valido: carta d’identità, patente di guida o passaporto.
- Ultima busta paga o cedolino pensione, per dimostrare la fonte di reddito.
- Dichiarazione del datore di lavoro, che attesti l’effettiva attività lavorativa e la retribuzione del richiedente.
- Modello SR 163, da compilare in caso di richiesta di finanziamento da parte di un lavoratore autonomo.
- Copia del contratto di lavoro o della pensione, per dimostrare la durata del rapporto.
- Copia del modello ISEE, per valutare la situazione economica del richiedente.
Inoltre, alcune finanziarie o banche potrebbero richiedere ulteriori documenti a seconda delle loro politiche interne.
Cosa sarebbe la dichiarazione del datore di lavoro?
La dichiarazione del datore di lavoro è un documento che attesta l’effettiva attività lavorativa e la retribuzione del richiedente del prestito con cessione del quinto. In genere, questo documento viene rilasciato dal datore di lavoro del richiedente e contiene informazioni come:
- la durata del rapporto di lavoro
- la retribuzione mensile netta
- il tipo di contratto (tempo indeterminato, determinato, ecc..)
- la posizione lavorativa
La dichiarazione del datore di lavoro serve alla banca o alla finanziaria per verificare la stabilità e la regolarità del reddito del richiedente e quindi valutare la sua capacità di restituzione del prestito. In caso di richiesta di finanziamento da parte di un lavoratore autonomo, potrebbe essere richiesto un modello SR163, dove l’autonomo dovrà dichiarare la propria situazione reddituale.
Parliamo meglio del modello SR163
Il modello SR163 è un documento che viene utilizzato dai lavoratori autonomi per richiedere un finanziamento con cessione del quinto. Esso consente di attestare la propria situazione reddituale e consente alla banca o alla finanziaria di valutare la capacità di rimborso del prestito. Il modello SR163 deve essere compilato dal richiedente e deve contenere informazioni come:
- il reddito lordo e netto dell’ultimo anno fiscale
- i costi sostenuti per l’esercizio dell’attività professionale
- il reddito imponibile ai fini fiscali
- l’elenco dei beni posseduti
Il modello SR163 è una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, quindi ha valore legale e deve essere sottoscritto dal richiedente.
È importante notare che il modello SR163 non sostituisce la dichiarazione dei redditi, ma è un documento aggiuntivo richiesto per valutare la situazione reddituale del richiedente e quindi valutare la sua capacità di rimborso del prestito.
In che percentuale si può richiedere la cessione del quinto?
La cessione del quinto è una forma di prestito personale che prevede la trattenuta diretta della rata di rimborso dalla busta paga o dalla pensione del richiedente, fino al raggiungimento del quinto dell’importo erogato.
Per quanto riguarda la percentuale massima di cessione del quinto che può essere richiesta, essa dipende dalla fonte di reddito del richiedente e dalle politiche della banca o della finanziaria che eroga il prestito.
In generale, la percentuale massima di cessione del quinto che può essere richiesta per un dipendente pubblico o privato è del 20% della retribuzione netta mensile. Per i pensionati, la percentuale massima può essere del 20-30% della pensione netta mensile. Per i lavoratori autonomi, la percentuale massima può essere del 20-25% del reddito netto dichiarato nell’ultimo modello SR163.
Si raccomanda di verificare sempre le condizioni con la banca o la finanziaria per conoscere la percentuale massima di cessione del quinto che può essere richiesta per la propria situazione.
Ottenere una cessione del quinto per dipendenti di ditte individuali
Come abbiamo già avuto modo di anticipare, ottenere un prestito con cessione del quinto per dipendenti di ditte individuali e piccole aziende non è certo impossibile. Tuttavia, è anche bene sottolineare come ci siano alcune differenze rispetto alle stesse linee di credito a beneficio di dipendenti di enti pubblici e grandi aziende.
In linea di massima, infatti, per le banche erogare un finanziamento a dipendenti di ditte individuali e piccole aziende costituisce un’operazione a maggiore rischio, considerato che le piccole organizzazioni economiche potrebbero andare incontro a qualche criticità in più nel garantire il posto di lavoro del proprio dipendente.
In altri termini, le banche e le finanziarie non concedono con particolare vigore i prestiti ai dipendenti di piccole aziende, perché la dimensione ridotta dell’impresa le porta a considerarle come mediamente meno sicure rispetto alle grandi imprese. (Scopri il nostro articolo sulla cessione del quinto senza TFR)
Ricordiamo infatti che, per sua natura, il prestito con cessione del quinto dello stipendio è una forma di finanziamento nella quale c’è un coinvolgimento attivo da parte del datore di lavoro: a costui è infatti domandato il compito di trattenere le rate del prestito e versarle al creditore. Se il datore di lavoro non “ispira” la giusta fiducia, la banca probabilmente rinuncerà a erogare il prestito.
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Differenze tra cessione del quinto e altri prestiti
Da quanto sopra non ti consigliamo, tuttavia, di attribuire alla cessione del quinto per dipendenti di aziende private una valutazione negativa o di scarsa convenienza. Tieni infatti conto che le caratteristiche di criticità che abbiamo già avuto modo di evidenziare in relazione alla cessione del quinto per i dipendenti di ditte individuali, ben valgono per la generalità dei prestiti erogati a questo segmento di clientela.
In altri termini, se il dipendente di una piccola azienda o di una ditta individuale non riesce ad avere accesso a un prestito con cessione del quinto, difficilmente riuscirà ad avere accesso ad altre forme di finanziamento.
Chiarito ciò, confermiamo come il prestito con cessione del quinto dello stipendio sia la forma di finanziamento più semplice da ottenere per un lavoratore dipendente, considerato che per la banca la presenza di una priorità di rimborso delle rate con la trattenuta diretta sullo stipendio, è una maggiore rassicurazione.
Come in tutti i prestiti con cessione del quinto, anche nelle forme di cessione per dipendenti di piccole aziende private e ditte individuali val sempre la regola del 20%: l’importo della rata del programma di rimborso non deve infatti superare al quinto dello stipendio netto. Inoltre, la durata del finanziamento deve essere compresa tra 24 e 120 mesi, con la conseguenza che in nessun caso il piano di ammortamento del debito con cessione del quinto potrà superare i 10 anni (c’è comunque la possibilità di rinnovare la cessione in corso di rimborso).
Infine, ricordiamo come per sua natura il finanziamento con la cessione del quinto dello stipendio debba essere garantito dalla presenza di una polizza assicurativa in grado di tutelare le parti in caso di morte o di perdita involontaria del proprio posto di lavoro.
Cessione del quinto per lavoratori di ditte individuali
Se quanto sopra può esser ritenuto valido, in linea di massima, per tutti i lavoratori di piccole aziende private, è anche vero che qualche ulteriore difficoltà potrebbe presentarsi per i lavoratori delle ditte individuali, che a volte vengono direttamente esclusi dalla platea di coloro che possono ambire ad ottenere un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio.
Le motivazioni sono quelle sopra sempre riassunte: il livello di rischio attribuito alle ditte individuali è infatti generalmente molto maggiore rispetto a quello che viene attribuito agli enti pubblici o alle aziende di grandi dimensioni.
Pertanto, nonostante la presenza di una copertura assicurativa, può ben capitare che le banche rifiutino di istruire le pratiche di cessione del quinto per questa categoria di clienti. La ragione può essere diretta (ovvero, imputabile direttamente alle banche), o indiretta (per la difficoltà di trovare una copertura assicurativa con un premio “sostenibile” dal cliente).
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Come richiedere un prestito con cessione del quinto per dipendenti di piccole aziende
Il dipendente di una piccola azienda che volesse ricorrere al prestito con cessione del quinto può ben effettuare l’apposita richiesta presso la banca o la finanziaria di proprio riferimento, dove potrà compilare il modulo che gli verrà sottoposto.
Al modulo di domanda bisognerà altresì allegare la propria documentazione personale in corso di validità, il codice fiscale o la tessera santiaria regionale, le ultime buste paga e l’ultima dichiarazione dei redditi. La banca avvierà un processo istruttorio e, nel caso di esito positivo, concorderà le modalità di restituzione coinvolgendo il datore di lavoro.