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Chi fa prestiti fino a 90 anni?

- Tempo di lettura 4 minuti -

La questione prestiti si fa particolarmente intricata e delicata quando si parla di pensionati o di persone che sono avanti con l’età. In genere quando si richiede una somma di denaro, bisogna soddisfare determinati requisiti, come quelli oggettivi che riguardano la situazione finanziaria, altri sono soggettivi che variano a seconda di requisiti personali. Ma un fattore da tenere in considerazione quando si richiede un finanziamento o prestito è l’età.

L’età anagrafica pesa maggiormente sulla scelta della banca di elargire la somma richiesta, per questo motivo i pensionati che richiedevano un prestito venivano fortemente penalizzati, in quanto molti istituti di credito fissavano la soglia a 70 anni, con una rateizzazione valevole fino al 75esimo anno di te.

Convenite che si tratta di un bel problema che spingeva sempre più anziani a non ricorrere all’aiuto delle banche o degli istituti finanziari. Oggi, per fortuna, esistono delle soluzioni anche per loro, come nel caso del Prestito Inps o del Vitalizio Ipotecario, soluzioni che permettono al pensionato di ricevere la somma desiderata.

La soglia massima per richiedere un prestito

Da sempre banche e finanziarie sono libere di poter scegliere tranquillamente fino a che età consentire un prestito. Una scelta dovuta al fatto che con il crescere dell’età ci possono essere numerosi rischi per la persona, ma per fortuna da alcuni anni sono state introdotte misure per consentire anche a chi è più anziano di godere del somma richiesta. Un esempio può essere la cessione del quinto, spostata oltre i 75 anni, alzandola fino ai 90.

Ovviamente è bene precisare che quando si legge “età massima” non si fa altro che considerare l’età anagrafica massima per la scadenza del finanziamento. Ecco quindi che se chiediamo la cessione del quinto, inevitabilmente la soglia per accedere massima sarà 88 anni, in quanto il minimo per il rimborso sono 24 mesi. Stesso discorso se fosse previsto il limite dei 75, con 73 anni la soglia massima per accedervi.

Una volta fatta chiarezza su ciò, andiamo a vedere quali sono le soluzioni per chi vuole richiedere un finanziamento o prestito fino a 90 anni.

Prestiti Inps

Se nel corso della propria vita si è stati un lavoratore pubblico o statale, anche con l’arrivo della pensione ci sono degli aiuti importanti. Proprio sul fronte dei prestiti, infatti, l’Inps prevede l’erogazione della somma di denaro fino ai 90 di età. Unica nota da segnalare: l’Inps dovrà sempre garantire la pensione minima, quindi le quote erogabili dipendono dalla propria situazione. Se si vuole sapere quanto si può cedere, sul sito dell’Inps è possibile effettuare il calcolo che ci da tutte le informazioni a riguardo, simulando un prestito.

Possono accedervi tutti? No, per poter usufruire del prestito Inps bisogna essere iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali. L’iscrizione va fatta anche da pensionato al fondo e continuare a versare la quota che si dimezza in questo caso, passando dal 3% al 1,5%.

È una scelta conveniente? Dipende, in quanto all’aumentare dell’età aumentano anche i costi complessivi che superando i 63 anni crescono in maniera esponenziale.

Prestiti fino a 90 anni con le banche, difficile, ma non impossibile

Richiedere un prestito alle banche risulta un’impresa difficile, in quanto ci sono molti requisiti da soddisfare per potervi accedere. Però negli ultimi anni sono aumentate le convenzioni Inps per estendere l’accesso alla cessione del quinto della pensione, ovviamente con condizioni vantaggiose a seconda della categoria di pensionati e con conseguente aumento massimo dell’età.

È opportuno sottolineare come non si tratti di un trattamento speciale, ma ogni istituto di credito si riserva la possibilità di dettare le proprie condizioni a seconda delle categorie di pensionati che ritiene più opportune, ma certamente più conveniente rispetto alle altre.

Al momento tra le banche più attive che concedono prestiti ai pensionati troviamo: Unicredit, Intesa Sanpaolo, BNL Bnp Paribas, Poste Italiane e Findomestic.

  • Unicredit Banca: la cessione del quinto da parte di questa banca è richiedibile per un’età massima di fine 85 anni, il che vuol dire (come spiegato più sopra) che la soglia massima per richiederlo è di 83 anni e il rimborso avviene in due anni;
  • Intesa Sanpaolo: qui c’è il Prestito Pensionati Inps che, come nel caso Unicredit, il prestito è fino agli 85 anni, con richiesta fino agli 83 e 24 mesi per la restituzione della cifra;
  • Bnl Bnp Paribas: si tratta della soluzione più elastica, in quanto con la Cessione del quinto la scadenza del prestito arriva fino a 90 anni, allargando la platea di pensionati che lo possono richiedere;
  • Poste Italiane: se si vuole recare alle poste, è possibile richiedere il Quinto BancoPosta in collaborazione con Unicredit e Financit. La scadenza del prestito è fissata per gli 84 anni d’età;
  • Findomestic: permette ai pensionati di eseguire la cessione del quinto online e con firma digitale senza recarsi agli sportelli, con le condizioni generali del caso.

Prestito vitalizio

Togliendo la cessione del quinto, una delle pratiche che più stanno andando in voga in questo momento è il Prestito vitalizio. Una soluzione molto vantaggiosa per il pensionato che non dovrà pagare mai nulla, ma andrà a gravare tutto sugli eredi. Ma cosa vuol dire? Per capirlo, proviamo a spiegare di cosa si tratta.

Il prestito vitalizio è una forma di prestito che può richiedere chi è proprietario di un immobile abitativo. Quando si richiede questa forma di prestito il pensionato fa un’ipoteca sulla casa che non prevede nessun rimborso delle spese e degli interessi (anche se tutto dipende dal tipo di modalità scelta).

Si tratta di un modo per permettere a tutti i pensionati che cercando di ottenere un prestito abbastanza importante senza dover per forza cedere parte della propria pensione agli istituti di credito. Alla morte del pensionato gli eredi dovranno colmare il debito andando a restituire la somma oppure facendo vendere alla banca l’immobile in modo da rientrare nelle spese. Ovviamente nel caso in cui la vendita è maggiore del debito, la banca restituirà la differenza agli eredi.

Insomma si tratta di una soluzione abbastanza comoda anche per chi ha 90 anni, in quanto tutto verrà ridato alla morte della persona.