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Fino a che età si possono chiedere prestiti?

- Tempo di lettura 4 minuti -

Oggi, sono sempre di più le persone che vogliono sulle condizioni e sui requisiti necessari per ottenere prestiti bancari. Il momento di crisi economica che stiamo vivendo ha influito enormemente sulle richieste di finanziamento da parte dei cittadini italiani.

Un prestito può essere richiesto per qualsiasi scopo, ma è necessario informarsi bene sulle condizioni e sui requisiti necessari, richiesti e imposti da ogni banca. Ad esempio, quando si richiede un prestito, i limiti relativi all’età minima per poterlo ottenere sono ben chiari e definiti. Viceversa, per quanto riguarda invece, i limiti massimi, questi sono variabili e le condizioni possono cambiare a seconda delle banche.

La fascia di età minima da considerare per la concessione dei vari prestiti corrisponde ai 18 anni. Quella massima, invece, solitamente arriva a 75 anni, ma esistono finanziamenti che possono essere concessi anche fino a 90 anni.

A seconda del tipo di finanziamento e della banca che lo eroga, le condizioni relative al limite massimo di età del beneficiario possono variare.

Vediamo quindi, come funziona il meccanismo relativo all’età massima e quali sono le soluzioni alternative qualora non ci fosse la possibilità di accedere al prestito in questione.

Richiedere dei prestiti: limite massimo di 75 anni

Come abbiamo già detto, oggi la maggior parte degli istituti finanziari stabiliscono come limite di età massimo quello di 75 anni per il beneficiario del prestito.

l’età massima, così come quella minima è un requisito fondamentale per l’accettazione della richiesta di finanziamento da parte della banca.

Basti pensare che, fino a qualche anno fa, l’età massima era di 70 anni. In questo modo venivano fortemente penalizzati i pensionati che desideravano poter accedere alle richieste di prestito.

Un’eccezione va fatta solo per il prestito Inpdap, che prevede un’età massima di 90 anni per la richiesta. Generalmente, però, bisogna sapere che le fasce massime di età variano in base alla banche. Ogni istituto finanziario, infatti, può scegliere liberamente fino a che età finanziare i suoi clienti.

Da parte delle banche ancora oggi esiste una certa diffidenza nell’accettare un prestito ad un soggetto anziano. L’anzianità per gli istituti finanziari rappresenta un fattore di rischio.

Proprio per questo motivo, la maggior parte dei prestiti attuali concessi a soggetti anziani, sono caratterizzati da tassi di interesse molto elevati.

Oggi però, grazie alla formula della cessione del quinto, e all’assicurazione obbligatoria, il limite di età massimo può essere spostato più in avanti. Questo poiché alle banche vengono fornite maggiori garanzie da parte del beneficiario.

Quanto incide l’assicurazione sul costo dei prestiti?

Attualmente le banche che accettano di erogare un prestito mediante la formula della cessione del quinto sono tantissime. In questo caso, svolge un ruolo fondamentale l’assicurazione obbligatoria che offre una tutela maggiore all’istituto finanziario.

Grazie all’assicurazione, infatti, le banche hanno la garanzia di essere tutelate economicamente dagli eredi del beneficiario del prestito, in caso di decesso.

C’è da dire, però, che l’assicurazione ha un peso notevole sul costo complessivo del finanziamento, soprattutto se il richiedente supera l’età massima di 75 anni.

In questo caso, quindi, l’età del beneficiario del prestito va ad incidere sia sui costi dei tassi di interesse, sia sul Taeg. Vuol dire, il valore che indica il costo complessivo del finanziamento.

Sostanzialmente, il costo della polizza assicurativa sarà sempre proporzionato all’età del pensionato che richiede il prestito alla banca.

Come facile intuire, è importante confrontare vari preventivi di diverse banche, prima di richiedere un finanziamento con queste condizioni.

È fondamentale confrontare i costi relativi ai tassi di interesse e all’assicurazione, soprattutto quando si tratta di finanziamenti richiesti da pensionati molto anziani.

In questo modo, sarà più facile trovare la soluzione più adeguata ad ogni tipo di necessità e preferenza.

Come calcolare l’età massima per un finanziamento?

Il limite di età massima che viene evidenziato per la richiesta di un prestito, si riferisce ovviamente, all’età che il beneficiario deve avere alla scadenza del piano di ammortamento e non al momento della richiesta.

Visto che come garanzia alla banca viene già data la cessione del quinto, il calcolo relativo all’età massima dev’essere fatto presupponendo l’età del beneficiario al termine del finanziamento.

In questo modo, viene influenzata la durata del piano di rimborso del prestito.

Facendo un esempio pratico, per un prestito con soluzione standard di durata massima di 24 mesi per un beneficiario di 90 anni, al momento della sottoscrizione sarà necessario aver compiuto 88 anni.

Se invece, il limite massimo fissato dalla banca è di 75 anni, al momento della sottoscrizione il richiedente avrà 73 anni.

Prestito Inpdap fino a 90 anni

Questa tipologia di prestito risulta essere molto comoda e vantaggiosa per i pensionati più anziani, visto che il limite massimo arriva fino a 90 anni.

Questa formula di finanziamento si suddivide principalmente in tue tipologie: Piccolo prestito e Prestiti pluriennali.

Un requisito fondamentale per poter accedere a questo prestito è l’iscrizione alla  Gestione Unitaria delle Prestazioni creditizie e sociali.

In ogni caso, un pensionato in età avanzata deve riservarsi la possibilità di valutare con molta attenzione qual è la soluzione più adeguata alle sue condizioni.

Ad esempio, è preferibile che il pensionato in questione valuti se gli conviene di più richiedere un prestito Inpdap oppure un prestito con la cessione del quinto.

Soluzione alternativa: prestito vitalizio bancario

Abbiamo visto che, nonostante le agevolazioni date dalle banche per allungare l’età massima di richiesta di un prestito, esistono comunque dei costi relativi soprattutto ai tassi di interesse che il beneficiario andrebbe a sostenere.

Proprio per questo, è possibile valutare una soluzione alternativa, e cioè, il prestito vitalizio bancario.

Questa tipologia di finanziamento si basa principalmente sulla proprietà di un immobile da parte del beneficiario.

Grazie a questa condizione, il pensionato può ottenere anche un prestito più elevato senza dover rinunciare alla sua pensione per il rimborso.

In caso di decesso del beneficiario del prestito, gli eredi avranno il compito di restituire il capitale con gli eventuali interessi alla banca, oppure, di trasferire la proprietà di tale immobile all’istituto di credito, che a questo punto, potrà metterlo in vendita per ricavare il credito necessario.