Finalmente dopo anni di sacrifici è arrivato il momento di acquistare casa. Ovviamente la scelta comune è quella di affidarsi al mutuo per poter pagare mensilmente le rate. Arrivati avanti a tale scelta, bisogna decidere se applicare un mutuo a tasso variabile o a tasso fisso. Ma cosa significa? Innanzitutto si tratta di una decisione molto importante da prendere perché andrà a influenzare la propria situazione economica nel corso degli anni e dipende molto dal reddito.
Proviamo a spiegare in cosa consiste il mutuo a tasso fisso e se conviene poter puntare su di lui!
Cos’è un mutuo a tasso fisso
Quando sentiamo la frase mutuo a tasso fisso, non si intende altro che un tasso d’interesse che durante il tempo non può cambiare, il che detto in parole povere la rata resta sempre la stessa ogni mese e non varia nel tempo. Se ad esempio paghiamo 400 euro di mutuo, questa cifra non subirà variazioni negli anni perché il tasso applicato è fisso, non come nel tasso variabile dove ci possono essere diminuzioni oppure rialzi nel tempo.
Il più delle volte è, quindi, una rata costante e fin da subito si conosce l’importo da pagare, con la certezza che non cambieranno mai.
Come funziona il mutuo a tasso fisso?
Il suo funzionamento è piuttosto complicato ed è la somma tra l’indice di riferimento, chiamato Eurirs, e lo spread, ovvero quello che viene definito maggiorazione applicata dalla banca per avere un guadagno. Quando si firma l’accordo in sede di contratto, il tasso rimarrà invariato finché la persona non andrà a saldare il suo debito.
È bene precisare come non esista un unico tasso Irs (o Eurirs), ma va in base alla lunghezza del mutuo che si stipula. Ad esempio se il finanziamento dura 5 anni oppure 20 anni, Irs sarà sarà rispettivamente 5 e 20. Fondamentalmente esiste un Irs per ogni tipo di durata principale che va da 1 a 50 anni,.
Quindi, provando a mette ordine, un mutuo a tasso fisso di 20 anni ha un tasso di interesse composto da Irs 20 anni pi+ lo spread.
Inoltre oltre al tasso di interesse si sceglie anche il tipo di rata mensile: costante, crescente o decrescente. Certamente la prima citata risulta essere la più diffusa per il semplice fatto che non varia nel tempo. Viene anche definita “alla francese”. La decrescente, invece, viene chiamata “all’italiana” e consiste nella quota capitale costante e la quota di interessi che diminuisce con il tempo. Infine troviamo la rata crescente, con un importo che aumenta sulla base di scadenze stabilite in sede contrattuale.
Vantaggi e svantaggi del mutuo a tasso fisso, conviene?
Certamente il mutuo a tasso fisso, al netto di cavilli burocratici e strategie, risulta essere l’ideale per chi vuole avere tutto sotto controllo e desidera centellinare le proprie spese, senza vivere con l’ansia di dover basare tutto sul mercato finanziario. Fin da subito la famiglia stabilisce la rata mensile che non deve superare un terzo delle entrate, così da vivere serenamente e non dover pensare a problematiche che possano rendere difficile la propria vita economica.
Come in ogni cosa, ovviamente, c’è uno svantaggio, cioè non si può godere dei ribassi dei tassi d’interesse: infatti chi decide di avere un mutuo a tasso variabile, può vedere scendere vertiginosamente la propria rata, mentre con il tasso fisso non sarebbe possibile. Rientriamo, però, sempre nella casistica delle persone che decidono di rischiare e conoscono la propria condizione economica. È una decisione che va presa con molta calma e soprattutto ragionando, in quanto una scelta sbagliata può condizionare e non poco il futuro.
Mutuo a tasso fisso o variabile, differenze e quali scegliere
Insomma il dubbio esistenziale sul mutuo riguarda la scelta tra tasso fisso e tasso variabile, più che la rata in se. Le differenze tra le due tipologie ci sono e in parte le abbiamo elencate più sopra. Certamente il tasso variabile può vedere oscillare tutti gli anni gli interessi di molto, al punto da far cambiare la rata in maniera positiva o negativa. È anche vero, però, che il costo del tasso variabile, basato su indicato Euribor, è minore rispetto a quello a tasso fisso. C’è da considerare che il rischio è maggiore se si scegliere di non andare sul tasso fisso, potendo condizionare le spese future.
Per questo motivo non esiste una regola scritta che dica quando conviene un tasso piuttosto che un altro. La soluzione risiede in quello che è più giusto per le proprie esigenze, nient’altro. Tutto dipende dalla situazione economica personale e mondiale, se ci sono conflitti, pandemia e tantissime altre cose. Ecco perché molte persone decidono di voler scegliere un mutuo a tasso fisso. Di solito è la scelta più consigliata per vivere tranquillamente la propria vita e non rischiare di concedersi troppo alla flessibilità del mercato, con vertiginosi aumenti che minano alla stabilità economica della famiglia. Ovviamente se possedete entrate alte, potete puntare a un tasso variabili, in quanto sarete pronti a sostenere tali rialzi.
Come saranno i tassi di interesse dei finanziamenti a tasso fisso nel 2023?
Una volta capito cos’è il tasso fisso e come funziona, c’è da chiedersi: come sarà nel 2023? Recenti notizie parlano della decisione della BCE (Banca Centrale Europea) di aumentare il tasso dello 0,75% a causa della inflazione dovuta dal Covid-19 e dalla guerra tra Russia e Ucraina. Addirittura si prevede una continua crescita per i prossimi anni, con in media 5,5% nel 2023 e 2,3% nel 2024.
Lo 0,75% inciderà sull’Eurirs, quindi tasso fisso, e sull’Euribor, quindi tasso variabile, con conseguente crescita delle rate mensili per chi ha deciso questa seconda opzione per il mutuo. Gli scenari parlano di continui aumenti, con un ulteriore 0,5% entro fine anno, per poi passare a quanto detto nella prima metà del prossimo anno. Insomma si prevede un ritorno del valore del tasso al 2-2,5%. Questo farà salire sia i tassi fissi che quelli variabili rispettivamente del 3,5-4% e del 2,5-3%.
Tutto dipenderà dalla situazione mondiale e se ci sarà un miglioramento nel quadro politico internazionale.