Avete mai sentito parlare in tv oppure su internet di mutuo a tasso variabile? Insieme ai mutui al 100 per cento prima casa è una delle soluzioni preferite da chi ha bisogno di comprare la propria abitazione, in quanto permette di ottenere numerosi vantaggi nel pagamento degli interessi. In cosa consiste? Semplicemente troviamo un tasso più basso rispetto a quello fisso e di conseguenza anche le rate da dover pagare mensilmente sono inferiori. Ecco perché molte persone tendono a preferire questa soluzione, in particolar modo in questo periodo di forte crisi economica che ha cambiato i piani di molte famiglie e giovani coppie desiderose di costruirsi un futuro.
Ovviamente sì ci sono dei vantaggi, ma esistono anche degli svantaggi, specialmente a differenza del mutuo a tasso fisso. In questo caso è possibile assistere dei notevoli rialzo dei prezzi del tasso nel corso degli anni e che vanno a incidere sul mensile da pagare e di conseguenza vanno a incidere notevolmente sull’economia famigliare.
Fatta questa dovuta specifica, proviamo a capire cos’è e come funziona il mutuo a tasso variabile. Soprattutto capiamo se conviene.
Mutuo a tasso variabile: cosa è e come funziona
Procediamo con ordine. Per chi non conoscesse il tasso variabile, non è altro che un tasso di interesse sul finanziamento che può variare in base all’indice di Euribor, quello di riferimento. Questo vuol dire che durante l’anno può subire dei rialzi o dei ribassi che portano ad abbassare o alzare la rata da versare mensilmente.
Quando si decide di voler acquistare casa, c’è bisogno di stipulare un mutuo e le persone si trovano avanti la scelta di:
- un mutuo a tasso fisso;
- un mutuo a tasso variabile.
Chiaramente a rigor di logica molte famiglie tendono a scegliere un mutuo a tasso variabile inizialmente in quanto permette di ammortizzare meglio le spese durante i mesi, dando un vantaggio notevole a livello economico. Certamente, però, bisogna mettere in conto che l’indice di Euribor citato prima può subire variazioni e di conseguenza aumentare la rata, portando in crisi le famiglie.
Calcolare il mutuo è molto complesso, essendo la somma di più fattori da prendere in considerazione. Proviamo a dare uno sguardo.
Quando vogliamo firmare un mutuo, c’è bisogno di calcolare la quota di interessi mensili che è pari al rapporto tra la quota totale di interessi restanti e il numero di rate che bisogna coprire. Gli interessi mensili vanno sommati a quella capitale mensile, scaturita dal rapporto tra quota capitale totale e numero di rate da saldare.
Capite che voler calcolare il proprio mutuo da soli è un’impresa non da pochi, per questo è sempre meglio affidarsi ad esperti di mercato.
Confronto tra tasso variabile e tasso fisso
Certamente risulta abbastanza chiaro come il mutuo a tasso variabile sia molto influenzato dagli andamenti del mercato finanziari, ecco perché in fase di crisi può subire dei rialzi importanti che lo rendono molto svantaggioso. Ecco perché scegliendo un mutuo a tasso fisso si sa subito quant’è la rata senza dover controllare il mercato: tutto resta com’è, indipendentemente dalla situazione mondiale. Le persone che preferiscono pensare in ottica futura e no al presente, sono proiettate a utilizzare questa seconda ipotesi, piuttosto che il tasso variabile. Certamente la soluzione variabile permette di ammortizzare le spese i primi anni o i primi mesi, ma alla lunga potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Vantaggi e svantaggi
Quindi come descritto anche sopra, il vantaggio del mutuo a tasso variabile risiede nel prezzo inziale che è molto più conveniente di quello fisso. Sentendo questa frase molte persone firmano subito, senza tenere in conto che la decisione va presa sul lungo periodo, no sul breve. È anche vero, però, che possiede il vantaggio di poter rinegoziare il mutuo oppure chiedere la surroga dopo qualche anno.
Provando ad analizzare i dati bancari, il mutuo a tasso variabile risulta essere una soluzione ideale per chiunque ha un reddito alto oppure per gli imprenditori. È anche vero che il tasso fisso lo sceglie chi vuole certezze e rassicurazioni, non rischiando di dover pagare per qualche mese rate troppo alte.
Provando a riassumere in poche righe quanto detto, abbiamo:
- vantaggi: rata conveniente nella prima parte; conviene quando termina l’inflazione così da avere rate veramente basse;
- contro: se sale l’inflazione sale anche la rata, dimostrandosi un’arma a doppio taglio; tutto dipende dalle oscillazioni del mercato, non c’è nessuna certezza.
A chi è destinato il mutuo a tasso variabile
Il mutuo a tasso variabile è perfetto per imprenditori e persone con redditi alti. Si tratta di una tipologia ambita per le persone che sono consapevoli che i mercati finanziari possono dare svantaggi e vantaggi in alternanza. Certamente per chi ha un reddito alto la rata onerosa non spaventa, anzi sa già che al prossimo giro sarà più bassa rispetto alle altre volte. Si tratta di una soluzione molto diversa rispetto al tasso fisso, che da alle persone tranquillità di dover pagare quella rata mensilmente per 20 anni, permettendo una gestione differente delle spese più metodica.
Il Coronavirus ha cambiato il mercato
Parlando del mutuo a tasso variabile c’è da mettere in considerazione che la situazione internazionale è molto diversa rispetto agli scorsi anni. La guerra in Ucraina e il Coronavirus hanno cambiato gli scenari e hanno avuto forti ripercussioni sul mercato. Ad esempio tassi fissi sono scesi al di sotto l’1% e anche con una situazione migliore si attesterà su questa cifra. È un fattore che spinge le persone a voler prendere casa e pagare anche per 20 anni. Quindi conviene il tasso fisso? Beh, dipende, in realtà anche a tasso variabile è in discesa, attestandosi sullo 0,5%.
Tutto dipende dalla propria situazione finanziaria e se ce la si sente di voler rischiare. In linea di massima è più comprensibile scegliere un muto 30 anni a tasso variabile, mentre se di breve durata conviene utilizzare un mutuo con tasso fisso. È pure vero che vedere rate per 10 anni è rarissimo, anche perché per estinguerlo ci vogliono grandi somme di denaro.