Quando si decide di fare richiesta per un prestito, sono tantissimi i fattori che portano l’istituto di credito ad accettare oppure no. Tra reddito, garante ed età, incide anche lo status, cioè se si è un cattivo pagatore o protestato. Sono due condizioni che influiscono sulla decisione delle banche di concedere un finanziamento o prestito. Non vanno però confusi l’uno con l’altro, in quanto seppur possono sembrare la stessa cosa, cattivo pagatore e protestato sono due cose diverse, con gradi di gravità differenti.
Chi sono i cattivi pagatori e i protestati
A sentire le parole “cattivi pagatori” può sembrare che ci stiamo riferendo a qualcosa di terrificante. In realtà si tratta di uno status che dichiarano gli istituti di credito a tutte quelle persone che hanno avuto un ritardo nei pagamenti delle rate del prestito o di un finanziamento. Questo vuol dire che comunque hanno rispettato il pagamento e lo hanno effettuato, andando però oltre la data prefissata.
Insomma il cattivo pagatore è colui che semplicemente paga in ritardo, al punto da non rientrare nella lista dei protestati, ovvero colui che non paga. Si tratta di una versione meno grave rispetto al protestato, in quanto si tratta soltanto dello spostamento della data di restituzione della rata mensile stabilita.
Si viene protestati, invece, quando un assegno o una cambiale non viene pagata oppure quando non viene accettata da un istituto di credito. Sarà poi compito del notaio o ufficiale giudiziario accertare che sia avvenuto il mancato pagamento. Può capitare di mandare un assegno da 1000 euro che viene rifiutato per mancanza di fondi sulla carta oppure di non aver onorato le cambiali prefissate con la finanziaria. Esistono diversi modi per non essere più protestati e alla quale molte persone ricorrono.
Sia protestati sia cattivi pagatori vengono inserite nelle rispettive liste che banche e istituti di credito possono consultare prima di concedere o meno somme di denaro. Ovviamente una volta entrati nel temuto elenco (specialmente quello dei protestati) risulta difficilissimo, ma non impossibile, ricevere mutuo o finanziamento.
Cattivo pagatore, nel merito della situazione
Cerchiamo di fare chiarezza su come si diventa cattivo pagatore. Le banche considerano una persona cattivo pagatore quando non adempie agli obblighi contrattuali stipulati alla firma e cioè colui che non paga o paga in ritardo. Una situazione certamente non rara e che molte volte non dipende nemmeno dalla persona che ha beneficiato della somma di denaro. Giustamente, però, le banche segnalano l’individuo nei sistemi con le liste dei soggetti poco affidabili.
La segnalazione nelle liste della Banca d’Italia fa si che il debitore venga escluso dal mercato del credito e in quanto cattivo pagatore non potrà ricevere (si rende difficile) per un periodo di tempo prestiti, finanziamenti, mutui e altro ancora.
Dopo quanto tempo si è cattivi pagatori
Se non paghiamo subito una rata per tantissimi motivi (come nel caso di un ritardo dell’arrivo dello stipendio), per fortuna non si è subito considerati cattivi pagatori. L’inserimento nella lista non è immediato.
Gli istituti di credito mandano una lettera d’avvertimento in cui c’è scritto che se non ci si mette in regola entro le due settimane, allora si entra nel registro dei cattivi pagatori, dovendo poi attendere dei mesi per poterne uscire. Tutto dipende da quanto ritardo c’è nel pagamento della rata.
Quanto dura lo status di cattivo pagatore e si può cancellare?
Abbiamo insomma capito cos’è un cattivo pagatore e come funziona l’inserimento all’interno delle liste. Una domanda che però si fanno in molti è: per quanto tempo sono considerato un cattivo pagatore? La risposta è abbastanza semplice: dipende da quante rate ci sono in arretrato.
Per capire, di seguito una lista di tempistiche:
- Per il ritardo nel pagamento di due rate, pagate, si rimane per 12 mesi;
- Parliamo di 24 mesi se le rate non pagate sono più di due;
- Per le morosità più gravi i mesi sono 36.
Ma se si ha avuto questo status lo si può cancellare prima del tempo? La risposta è no, è una situazione che deve passare da sola. Non si possono portare istanze o procedure che permettano la sua cancellazione, a differenza di un protesto che si può cancellare. Il consiglio che danno molti, infatti, è di richiedere un prestito o un finanziamento solamente se si è sicuri al 100% che possa essere onorato.
Purtroppo una volta segnalati si perde la fiducia da parte della banche, andando a minare la richiesta di altre somme di denaro, a meno che non si portino solide garanzie, ma comunque risulta difficile. Tutto, però, dipende dai mesi di ritardo nei pagamenti e dalla gravità della situazione.
Procedura di segnalazione di un Cattivo Pagatore
Come abbiamo visto, la segnalazione da parte dell’Istituto di credito avviene lentamente e in base al numero di rate pagate o non in ritardo per più di due mesi consecutivi. La banca ovviamente deve avvisare quindici giorni prima il cliente del rischio di essere inseriti in questa black list e dargli una ultima possibilità di colmare il debito nelle due settimane restanti. Se non viene rispettato oppure si ripresenta tale situazione, la banca potrà segnalare l’individuo all’interno dei registri senza preavviso.
La durata dipende dalla gravità della situazione e vanno dai dodici mesi per le morosità meno gravi a quelle di 36 mesi per quelle mai sanate.
Inoltre allo scadere del tempo di conservazione dei dati negativi sul cliente, il SIC (Sistemi di informazioni creditizie) hanno l’obbligo di eliminare i dati in automatico. I cittadini che vogliono consultare i loro dati sul database possono farlo in maniera del tutto gratuita secondo le informazioni presenti sui siti web che servono alla consultazione.
Se un cliente ha ricevuto ingiustamente la notifica di un mancato pagamento che in realtà è stato effettuato con regolarità, si può aprire un procedimento giudiziario che, in caso di ragione al “debitore” può portare a una forma di risarcimento per aver subito un danno d’immagine.
Ovviamente in caso in cui si è cattivi pagatori, non è impossibile richiedere un prestito, in quanto esistono moltissime soluzioni, come la cessione del quinto o la delega di un pagamento. Si tratta di una soluzione non per tutti, solamente per i pensionati o i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato.