Quando parliamo di prestiti ci sono una serie di soluzioni a seconda delle situazioni che ci si trovano di fronte: ad esempio sono sempre di più le persone che richiedono un prestito con il reddito di cittadinanza. Oggi però parliamo di un tipo di prestito abbastanza particolare e che prende il nome di “Prestito vitalizio ipotecario”, ma di cosa si tratta? Soprattutto come funziona? Scopriamolo!
Definizione di prestito vitalizio ipotecario e come funziona
Per prestito vitalizio ipotecario non intendiamo altro che un tipo di finanziamento indirizzato a chi possiede già 60 anni e risulta proprietario di un immobile. Chi richiede tale tipo di prestito può ricevere una somma di denaro senza dover pagare nessun tipo di rata e interessi. Allora che tipo di prestito è? Semplicemente l’importo viene garantito da un’ipoteca sull’immobile e una volta morto il proprietario gli eredi dovranno restituire la somma in base a quanto scelto a inizio del finanziamento.
Come funziona
Questa modalità venne introdotta dalla legge numero 44/2015 e nel tempo modificata per permettere a chi compie 60 anni e possiede un immobile di accedere a una cifra di credito dando in cambio un’ipoteca sull’abitazione. Insomma non c’è bisogno di vendere nulla, ma alla sua morte toccherà pagare il debito o comprendo l’importo scelto dal defunto (comprensivo di interessi) oppure scegliendo di far vendere all’istituto di credito il bene, trattenendo la somma e dando la differenza agli eredi.
Chiariamo che l’immobile deve essere residenziale e chi è beneficiario del vitalizio ipotecario può saldare prima del suo decesso il tutto, andando a liberare l’abitazione dall’ipoteca. Se, però, si convive da più di 5 anni con una persona o comunque con il proprio coniuge, il contratto andrà stipulato da entrambi gli abitanti della casa. Lo stesso se l’immobile è di uno solo dei coniugi, a patto che entrambi abbiano compiuto 60 anni.
Il valore del vitalizio dipende dalla stima dell’immobile e dell’età di chi lo richiede. Ovviamente più sono gli anni della persona e più l’istituto di credito rilascerà la cifra voluta. Comunque la somma di denaro massima che si può concedere è pari al 15% del valore della casa se siamo vicini ai 60 anni, mentre se parliamo di un proprietario vicino ai 90 la cifra sarà del 50%. In genere non supera i 350mila euro. Ma chi stabilisce il valore? Si va in base al mercato e viene messo in causa un perito tecnico che tramite le dovute valutazioni delinea il valore dell’immobile.
La durata, ovviamente, dipende da quanto riesce a vivere il soggetto che richiede il prestito. Se invece ci troviamo di fronte a una cointestato, allora si prende come punto di riferimento la vita della persona che potrebbe vivere di più.
Quali sono i requisiti da rispettare
Possiamo ben capire leggendo quest’articolo che si tratta totalmente di un tipo assolutamente diverso di prestito. Altra cosa che rende questa soluzione unica è il fatto che il richiedente non deve assolutamente presentare qualsiasi tipo di giustifica di spesa per la somma: la può usare come più gli pare e piace.
Ma quale sono i requisiti per richiedere tale prestito? Vediamoli insieme nel seguente elenco:
- Età a partire dai 60 anni;
- Essere proprietari di un immobile residenziale;
- L’immobile non deve risultare già ipotecato.
Una volta morto il proprietario o i proprietari nasce la questione del pagamento del debito. Se ci sono eredi, questi diverranno si intestatari dell’immobile, ma anche della cifra richiesta. Ecco quindi che dovranno scegliere tra due opzioni per restituire i soldi:
- Pagare il debito e restare proprietari;
- far vendere alla banca l’immobile per andare a coprire il debito. In caso di somma più alta della cifra da coprire, l’istituto di credito provvederà a smistare la somma agli eredi.
Notare bene che se la scelta è la prima in elenco, dovranno comunicarlo entro l’anno di morta del beneficiario per procedere con tutta la documentazione del caso.
La documentazione da presentare
Come in tutte le richieste di prestito, anche in questo caso l’istituto di credito richiede una serie di documenti (i classici del caso) da presentare per avviare la pratica e farla accettare:
- Documento di identità in corso di validità
- Codice fiscale
- Stato di famiglia
- Certificato contestuale o cumulativo
- Relazione notarile preliminare
Rimborso con capitalizzazione o senza?
Apriamo un aspetto molto importante che riguarda la restituzione del denaro. Come abbiamo affermato in precedenza gli eredi devono versare il debito alla banca alla morte del proprietario e che quest’ultimo fino alla sua dipartita non deve nulla. Questa condizione è vera, ma bisogna fare una distinzione fondamentale tra rimborso senza capitalizzazione e con capitalizzazione.
- Senza capitalizzazione: in questo caso il beneficiario si impegna a rimborsare gli interessi e le spese di volta in volta prima della sua morte, facendo si che gli eredi paghino solamente la somma richiesta.
- Con capitale: è la situazione che abbiamo spiegato a inizio paragrafo, quindi gli eredi dovranno pagare il capitale più gli interessi e le spese del caso. Il rimborso dovrà avvenire entro l’anno di morte del beneficiario. Chiaramente se è cointestato il tutto si salderà alla morte del secondo coniuge.
Perché scegliere un prestito vitalizio ipotecario
Partiamo con il dire che chi sceglie di utilizzare tale metodo resta sempre il proprietario e quindi è tenuto a pagare tutte le tasse del caso, come la patrimoniale o quella sui rifiuti. Insomma lo Stato ha come riferimento chi beneficia del prestito. Quindi perché sceglierlo?
Si sceglie in quanto è un finanziamento garantito da un’ipoteca sulla casa e dura per tutta la vita e fino al giorno della sua morte la banca non può pretendere il pagamento del debito che, come abbiamo visto, spetta agli eredi.
È vantaggioso perché l’età minima risulta essere 60 anni e per lungo tempo si può usufruire del finanziamento, senza stare con l’ansia di dover restituire la somma mese per mese (se si sceglie con capitalizzazione). Inoltre l’immobile non passa alla banca e quindi il proprietario può continuare a viverci all’interno. Sono gli eredi che decideranno che fine far fare all’immobile nel futuro.