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Cessione del quinto: tutto quello che devi sapere su questo prestito

- Tempo di lettura 4 minuti -

Una delle tipologie di prestito più diffuse in Italia è sicuramente la cessione del Quinto. Tra i prestiti che ogni giorno vengono richiesti, da dipendenti pubblici e privati, troviamo questa particolare forma di finanziamento. Ma vediamo nel dettaglio di cosa stiamo parlando.

Cessione del quinto: di cosa si tratta?

La cessione del Quinto è una tipologia di prestito che è prevista nel nostro Paese e che è caratterizzata dal fatto che sia estinguibile attraverso le trattenute sul salario, stipendio o pensione che sia, fino ad un quinto dello stipendio. Quindi, la trattenuta non può superare il quinto dell’emolumento, il quale viene valutato al netto delle ritenute previste.

Il pensionato o il dipendente lavoratore possono fare richiesta di questo finanziamento che è: non finalizzato ed è rimborsabile attraverso delle rate mensili. Più precisamente, il rimborso del capitale è effettuato attraverso l’addebito diretto su pensione o stipendio e non necessita di accortezze o impegni aggiuntivi.

Sono ormai oltre settant’anni che il nostro Governo ha introdotto questa particolare forma di credito. Nella fattispecie, il DPR relativo risale al 1950 e venne introdotto principalmente per agevolare l’accesso al credito da parte di dipendenti statali durante un periodo delicato quale il Dopoguerra. L’idea, tutt’altro che campata per aria, si fondava sulla necessità di tranquillizzare i creditori e allo stesso tempo concedere una garanzia molto solida, come il salario (per i dipendenti pubblici).

Ciò fece sì che i consumatori potessero accedere alla forma di credito con un importo iniziale anche abbastanza importante. Come per tante altre normative, durante il corso degli anni sono state effettuate delle modifiche, anche se la struttura principale del finanziamento è rimasta uguale.

Modifiche normative                          

Da segnalare alcune modifiche normative nel corso della storia. Nella fattispecie, nel 2005, con la legge numero 80, sono state estese le possibilità di cui sopra anche ai dipendenti privati e ai pensionati. Qualcosa di già accennato ma che non era affatto scontato.

Come funziona la cessione del Quinto

Come già accennato, il funzionamento di questo prestito è molto semplice. Come i prestiti personali tradizionali, la cessione del Quinto è un finanziamento a tasso fisso, con un rimborso sulla base di rate costanti. La differenza principale sta proprio nel fatto che il rimborso delle rate avviene direttamente dal datore di lavoro o dall’istituto previdenziale, per i pensionati.

L’importo è trattenuto sulla busta paga o sulla pensione stessa. Il soggetto che viene deputato a versare le rate a favore dell’istituto di credito che ha erogato il prestito è il datore di lavoro. È possibile anche aumentare la somma richiesta, ma non è possibile superare la soglia dei due quinti dello stipendio (in tal caso, però, è necessario sottoscrivere un contratto di delega del pagamento).

Quali sono i requisiti principali?

Veniamo al punto più importante della questione, ovvero i requisiti essenziali per accedere al prestito. Anticipiamo che sarebbe opportuno e consigliabile consultare un sito come prestitivelocissimi.com, il quale chiarisce tutti gli aspetti in merito e consente di farsi un’idea concreta.

La cessione del Quinto è disponibile per una parte di popolazione, o meglio per i dipendenti pubblici, dipendenti privati e pensionati. I lavoratori dipendenti potranno fruirne se in possesso di un contratto a tempo indeterminato e dovranno rispettare alcuni requisiti, in particolar modo relativi all’anzianità lavorativa minima. Quest’ultima può variare a seconda delle agenzie assicurative che concedono le polizze.

Per quanto riguarda i dipendenti a tempo indeterminato statali, privati o di amministrazioni pubbliche, si rende necessario il fatto che la durata della cessione del quinto non sia superiore al termine tra il rapporto di lavoro e pensionamento. Inoltre, non tutti forse sanno che la cessione del Quinto per i privati è concessa in maniera più “complessa” o comunque meno frequente se il dipendente non è in possesso di un TFR accantonato non trascurabile.

Come già detto, i pensionati possono essere destinatari di cessione del Quinto, è però necessario che l’assegno pensionistico sia di importo sempre superiore alla pensione minima e che l’età, al momento della scadenza del piano di apportamento, non superi i 90 anni.

Entrando nel dettaglio per quanto riguarda i requisiti fondamentali, c’è da sottolineare come per i dipendenti privati, potrebbe essere scontato ma non lo è, è necessario che questi abbiano sottoscritto un contratto a tempo indeterminato. Potremmo così riassumere gli stessi:

cittadinanza italiana;

assunzione in azienda da almeno 6 anni;

TFR di almeno 5000 euro;

azienda con almeno cinque dipendenti.

Si tratta di criteri indicativi, i quali possono variare a seconda dell’istituto creditore.

Perché scegliere la cessione del Quinto

Ma come mai così tante persone optano per questa forma di prestito? Tra i vantaggi principali della cessione del Quinto troviamo sicuramente il fatto che sia una operazione di credito garantita e intuitiva. Si garantisce una certa flessibilità di valutazione in base alle richieste dell’istituto finanziatore, ma una volta garantito il rispetto di termini minimi per l’ammissibilità, il credito viene erogato molto rapidamente. Oltretutto, le probabilità che si possa ottenere il prestito sono relativamente alte rispetto ad altre tipologie di prestiti.

Le garanzie richieste, effettivamente non esagerate, rendono questa operazione sicura per il finanziatore. Per questo motivo, vengono concessi finanziamenti a persone che possono avere una storia creditizia non brillante. Oltre a questo, da segnalare il fatto che l’importo massimo del finanziamento sia connesso al livello di retribuzione e soprattutto all’anzianità lavorativa. Si tratta di un prodotto che sembra fatto su misura anche per le famiglie e non solo.

Questione TFR La questione legata al TFR è assolutamente essenziale ai fini dell’accettazione del prestito in questione. È una garanzia in caso di eventuale insolvenza del soggetto finanziato. In tal caso dobbiamo parlare del richiedente e dell’azienda che entra in gioco. La trattenuta è versata dallo stesso datore di lavoro e la rata viene poi successivamente versata alla finanziaria che ha concesso il prestito. La finanziaria dovrà perciò assicurarsi che una serie di fattori vengano rispettati per assicurare il prestito. Per esempio, lo stato di salute dell’azienda, la ragione sociale e il numero di dipendenti. Tutti fattori importantissimi.